EDITORIALE
Il Festival Internazionale del Val di Noto “Magie Barocche” compie i suoi primi dieci anni di attività durante i quali ha prodotto più di cento tra concerti, masterclass, seminari, convegni e manifestazioni collaterali, come ad esempio La Cattedrale apre alla città (in occasione della riapertura della Cattedrale di Noto nel 2007), Incanti di Natale (2008 e 2009), Notti di mezza estate (2009), il progetto speciale I confini del Barocco (2014) a cui si aggiungono i 18 appuntamenti di questa quinta edizione.
Magie Barocche ha già prodotto un nutrito corpus di incisioni, alcune delle quali premiate dalle più autorevoli riviste del settore («Diapason» e «Gramophone»). Registrare vuol dire, invero, non soltanto testimoniare un’idea ma, soprattutto, misurarsi con le altre realtà musicali in ambito internazionale. I dischi, inoltre, contengono nei booklets allegati le foto dei monumenti del Val di Noto che hanno ospitato le produzioni, diventando un ottimo veicolo di investimento per l’immagine turistico-culturale del comprensorio.
Riconosciuto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo tra i più prestigiosi festival, Magie Barocche dal 2015 avrà cadenza annuale grazie al suo recente ingresso nel Fondo Unico per lo Spettacolo.
Inserito sin dal 2005 nel piano di gestione del sito Unesco de «Le città tardo barocche del Val di Noto», il Festival ha ottenuto quest’anno il patrocinio del Coordinamento Comuni Unesco Sicilia; una delle novità, infatti, è la presenza di altre tre città, Adrano, Biancavilla e Giarre, rappresentanti del sito Monte Etna incluso recentemente nella World Heritage List (2013).
Ancora una volta vengono confermate le aree tematiche che hanno reso il Festival unico nel panorama internazionale: gli ampi spazi monografici dedicati a compositori di epoca barocca, in questa edizione riservati a Georg Anton Benda (Concerto Köln), Antonio Vivaldi (Stefano Montanari), Giovanni Animuccia (Coro della Venerabile Cappella Giulia della Basilica di San Pietro in Vaticano), con prime esecuzioni in tempi moderni; la valorizzazione del prezioso patrimonio organario del Val di Noto attraverso il «mirabile» organo di Donato Del Piano della chiesa di San Nicola l’Arena di Catania; la riproposizione delle musiche di transizione dal Rinascimento al Barocco nella raffinata interpretazione al pianoforte di Giuseppe Andaloro; la trascrizione, l’edizione e l’esecuzione di partiture conservate negli archivi e nelle biblioteche (ottimo connubio tra filologia musicale, ricerca musicologica, prassi esecutiva e documentazione discografica), come l’oratorio L’esaltazione di Mardocheo del maestro di cappella catanese Giuseppe Geremia (Flavio Colusso e l’Ensemble Seicentonovecento) e la Missa defunctorum (1717) di Alessandro Scarlatti (Paolo da Col e l’ensemble Odhecaton).
Il Festival prosegue, dunque, nel suo itinerario internazionale, avvalendosi di nuove importanti collaborazioni con l’Italia Festival Barocco di Kiev, il Roma Festival Barocco e la Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli.